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giovedì 13 dicembre 2012

Il ruolo dello psicomotricista

Lo Psicomotricista è la persona che svolge in via autonoma o in collaborazione nell'ambito educativo e socio-sanitario interventi di prevenzione, educazione e aiuto psicomotorio, nel rispetto della globalità psicofisica dell'individuo, utilizzando metodologie a mediazione corporea soprattutto per favorisce lo sviluppo psicofisico della persona in età evolutiva e il mantenimento dell'equilibrio psicofisico della persona adulta e anziana; aiutare a superare i momenti di crisi evolutiva nelle diverse età, operando per prevenire l'instaurarsi di una situazione patologica; intervenire in modo mirato in situazioni di patologia conclamata, operando per la mobilizzazione delle risorse psicofisiche della persona.

La sua formazione:
Per svolgere adeguatamente queste funzioni lo Psicomotricista ha bisogno di:
  • una formazione teorica, centrata su una visione globale della persona, con particolare attenzione allo sviluppo psicomotorio del bambino, nel superamento della scissione mente-corpo.
  • una formazione personale, quale l'acquisizione delle capacità di ascolto: dalla percezione delle modificazioni  relative al proprio coinvolgimento emozionale nella relazione con l'altro, alla capacità di decentrarsi verso l'altro, attraverso l'adattamento tonico-emozionale, per giungere alla comprensione del senso della sua espressività motoria.
  • una formazione professionale specifica, che vede al centro del lavoro l'intervento con la persona nella sua globalità e si realizza attraverso il tirocinio.
Lo Psicomotricista pone alla base del proprio intervento la globalità della persona, riconoscendo e favorendo l'interazione e l'integrazione tra l'area motoria, cognitiva e affettiva. Aiuta ad attivare e favorire nella persona la progressiva conoscenza di sé.
Svolge attività di osservazione, valutazione e bilancio psicomotorio, anche nell'ambito di un lavoro di équipe.
Elabora, anche in équipe multidisciplinare, la definizione del progetto di intervento, volto all'individuare e superare le difficoltà e disagi della perso

Lo psicomotricista non si lascia rinchiudere in un ruolo che il bambino li assegna o che lui ha scelto perchè non deve essere sempre un "oggetto cattivo" da distruggere  o un "oggetto buono" da amare. ( Il metodo Aucouturier -Fantasmi d'azione e pratica psicomotoria- )

giovedì 6 dicembre 2012

Il gioco in psicomotricità

Il gioco non è solo uno strumento importante di espressione della vita affettiva del bambino ma anche un'attività che permette di sviluppare abilità motorie, cognitive e sociali.
Il gioco è considerato come un fenomeno naturale ed è visto come un movimento, un'azione che parla della persona nella sua globalità.
Per globalità si intende la considerazione dell'individuo in modo globale come unione di movimento, pensiero e vita affettiva.
La psicomotricità si occupa di movimento e corpo.
Il gioco è di conseguenza un movimento che parla della persona nella sua interezza e globalità.
Il gioco è composto da una struttura a sua volta composta da elementi collegati tra di loro: il contenuto, la forma, il vissuto emozionale.
Il contenuto è il tema, il senso che ha qualsiasi gioco. é visibile da tutti e non necessita di particolari teorie perchè esso venga identificato.
La forma è il far passare l'intenzione nell'azione, dal contenuto alla forma.
Il vissuto emozionale è l'emozione che caratterizza ogni gioco, cercando di provocare sensazioni di piacere e quindi emozioni positive.
L'infanzia si caratterizza per due forme di gioco: il gioco sensomotorio e il gioco simbolico.
Il gioco sensomotorio si caratterizza per l'uso del corpo nel sottoporlo a una serie di stimolazioni sensoriali che provocano emozioni.

La psicomotricità per favorire il piacere senso-motorio può proporre:
- situazioni che provichino stimolazioni vestibolari, come il dondolarsi, il rotolare o il saltare
-situazioni di scarica tonica, come il lottare, il combattere o il difendersi
-situazioni di piacere del movimento, come il danzare
Il gioco simbolico è il gioco caratterizzato dal "far finta di" specifico dei giochi dell'infanzia. In questo gioco i bambini si immedesimano soprattutto nella figura dell'adulto e cercano di imitarlo. Alle femmine piace molto immedesimarsi nel ruolo della mamma casalinga, dell'insegnante dell'asilo che accudisce i bambini o in una principessa delle fiabe; i maschi invece giocano ad essere meccanici, dottori o scienziati nel loro laboratorio.
In questo gioco la creatività e l'immaginazione dei bambini non ha limiti, sono liberi di esprimersi come meglio credono, senza regole o imposizioni.
L'intervento dello psicomotricista consiste nell'aiutare il bambino ad esprimere la sua globalità, creatività, ad esprimere l'immaginario e sperimentare nuovi stati emotivi.
Lo psicomotricista interviene indirettamente sul gioco spontaneo del bambino. Deve avere un atteggiamento empatico per accogliere e rispondere nel modo adatto alle richieste del bambino.